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La Repubblica fiorentina

Miscellànea

Dopo la discesa di Carlo VIII e la cacciata di Piero Medici il 9 novembre1494 per aver ceduto per paura le fortezze, non pochi fiorentini videro in queste vicende l’avverarsi delle profezie del frate.
 
Quando la signoria mandò a Carlo VIII ambasciatori per trattare le sorti di Firenze, prima a Pisa e poi a Ponte a Signa, Savonarola fu tra questi

Non ottenne risultati rilevanti
1 ma la sua importanza politico-religiosa era decisamente affermata

Intanto Firenze andava elaborando la riforma costituzionale della repubblica.
2
(La nuova signoria entrerà in vigore il 1°gennaio 1495.)

Savonarola ne rappresenta il simbolo e la guida spirituale per l’influenza che ha sul popolo, sebbene non abbia poteri politici.

Sostiene una repubblica popolare con larga rappresentanza dei ceti cittadini, sul modello veneziano, con il Consiglio Grande
3 o dei Cinquecento supremo organo legislativo.

Il grande salone destinato alle riunioni è fatto disegnare su sua iniziativa a Simone del Pollaiolo detto il Cronaca.

Insistette poi per la costituzione di un consiglio per appellarsi contro le condanne della Signoria e contenerne il potere basato sulle “sei fave”, cioè due terzi dei voti.

L’appello fu approvato, ma le competenze rimasero al Consiglio Grande
3.

Espose più tardi le sue idee, fine 1497 inizio 1498, nel “Trattato circa il reggimento e governo della città di Firenze”.

Il potere esecutivo rimase a otto Priori, guidati dal Gonfaloniere di Giustizia, e ai consigli dei Sedici Gonfalonieri e Dodici Buonomini che li affiancavano.

Nello stesso tempo predicò la pace interna tra le fazioni, e propose un perdono generale per i fuorusciti, che non ottenne, finendo anzi accusato di partigianeria; contro le usure degli strozzini costituì Monte di Pietà, che prestava denaro su pegno a condizioni leggere.

Nel febbraio 1495 fu introdotta un’imposta fondiaria che incideva sui cittadini in base alla loro ricchezza, obbligandoli indistintamente a pagare il dieci per cento sulla rendita dei loro beni stabili, senza diritto ad alcuna restituzione.

Si chiamò la Decima, ed un nuovo ufficio fu creato per accatastare tutti i beni e riscuotere ogni anno le imposte.

Durante l’Avvento sollecitò perché il Consiglio Grande proclamasse Gesù Cristo re del popolo fiorentino.

Un operare che mirava a realizzare una collaborazione tra le autorità civili e una chiesa purificata, e fare di Firenze una città uniformata sul Vangelo; da qui avrebbe dovuto avviarsi anche la riforma religiosa della Chiesa e dell’Italia.

Un rigore totale era richiesto perché la volontà di Dio, di cui egli era strumento e interprete, si manifestasse con successo e potere per la città.

Il profeta non conta, è portatore di una grazia che serve alla chiesa, non a chi la porta.

…come ha scritto nel libro il profeta Amos:” In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti” egli volle, per la salvezza dei suoi eletti, che la gente si preparasse.

Poiché Firenze sta al centro dell’Italia come il cuore al centro del corpo, Dio si è degnato di scegliere questa città per annunziare eventi futuri, perché da essa le sue rivelazioni vengano propagate nelle altre regioni, come del resto vediamo accadere già da ora”.
(Compendio di rivelazioni, Trattato sul governo della città di Firenze a cura di F. Sbaffoni, Casale Monferrato, 1996.)

Ma oltre ai provvedimenti sopra accennati, successivamente favorirà anche comportamenti estremi dei suoi seguaci, detti “piagnoni”.

Contro di loro, si organizzarono le fazioni dei “palleschi” sostenitori dei Medici, degli “arrabbiati”
4 fedeli al papa e contrari ai Medici, che miravano ad un governo nobiliare, e dei “compagnacci”, giovani gaudenti che si opponevano al rigore di vita del frate, da molti considerato un santo per la vita ascetica che conduceva.

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1 Savonarola supplicò Carlo VIII di convocare un Concilio per deporre Alessandro VI e riformare la chiesa, e come da tempo egli avesse annunziato la sua venuta, voluta da Dio; ma non fu ascoltato.

2 Dopo la cacciata dei Medici due correnti si contendono il potere: i sostenitori di un governo oligarchico capeggiati da Piero Capponi, e quelli al seguito di Paolantonio Soderini, che prevedeva una larga partecipazione del popolo al governo.

3 Era composto da Beneficiati, persone che loro stessi o i loro avi per discendenza maschile hanno fatto parte dei maggiori uffici della Repubblica; approvava o respingeva le leggi che la Signoria proponeva.

Un’aristocrazia di funzioni e non di sangue dunque, principio rivoluzionario in Europa in quel tempo.

Istituito nel 1494, vi partecipavano i fiorentini maggiori di 29 anni in regola con i pagamenti delle tasse, ed era il più largo nella storia di Firenze, con circa 3200 membri: 1/3 era levato a sorte e sedeva per 6 mesi, successivamente venivano estratti gli altri 2/3.

Entro 18 mesi tutti avrebbero fatto parte del Gran Consiglio; il quorum era di 600 membri, dopo il 1° Maggio 1496 di 1000; non veniva redatto nessun elenco di chi partecipava alle sedute.

Eleggeva un consiglio più piccolo, il Consiglio degli Ottanta, i cui membri dovevano avere più di 40 anni, col compito di eleggere egli ambasciatori e i commissari del governo fiorentino nei territori o città sottoposti a Firenze.

4 I più accesi avversari di Savonarola;uno di loro, Filippo Corbizzi, eletto Gonfaloniere nel 1495, lo denunciò perchè si interessava più dello stato che delle cose religiose.

Lo accusò di simpatie per la Francia, di essere un cattivo amministratore e aver ridotto Firenze quasi in bancarotta.

Fu chiamato a disputare con il monaco Domenico da Ponzo e il Priore domenicano di Santa Maria Novella Tommaso.

La vicenda si risolse bene per Savonarola.


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Marzocco, simbolo della Repubblica fiorentina. Piazza della Signoria, Firenze.

Salone dei cinquecento in Palazzo Vecchio, Firenze.


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