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Domenica delle Palme

Miscellànea

L’inizio della Settimana Santa non fu all’insegna di rami di palma sventolati come per l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, o meglio di piccoli rami d’ulivo benedetti distribuiti in segno di pace, come avviene nell’usanza cristiana a ricordo di quell’avvenimento.

Le tensioni del giorno precedente, con Compagnacci e Arrabbiati che avevano continuato ad aizzare gli animi contro Savonarola e Piagnoni giorno e notte, erano destinate a ricadere sugli avvenimenti di quella festa.

E questo avvenne.

Al pomeriggio dopo il vespro in S. Marco, molti piagnoni si avviarono verso il Duomo per la predica di frate Mariano Ughi, uno dei collaboratori e sostituti di Savonarola.

Lungo il tragitto vennero assaliti a sassate, e giunti al Duomo trovarono all’ingresso un gruppo di Compagnacci che insultavano chi entrava in chiesa dicendo che la predica non ci sarebbe stata.

La situazione degenerò, ci furono feriti; i frati sospinti verso S. Marco, fatti uscire i fedeli vi si rifugiarono sprangando le porte, mentre la piazza veniva occupata dai Compagnacci.

Mentre la notte s’avanzava e altre genti armate accorrevano, fatta oggetto di pressioni la Signoria emise un bando che imponeva al Savonarola, che non ne approfittò, di lasciare la Repubblica entro 12 ore prima di essere dichiarato ribelle.

Successivamente con un secondo bando, si ordinò ai laici di lasciare il convento in cui si erano asserragliati coi frati, pena anch’essi di essere dichiarati ribelli.

E molti ne uscirono.

Francesco Valori, il “braccio” politico di Savonarola, che avrebbe voluto dare soccorso con altri partigiani del frate, fu immediatamente arrestato.

La sua casa venne bruciata, la moglie uccisa.

Mentre le guardie della Signoria lo portavano a palazzo, i parenti degli impiccati dell’agosto 1497 lo assassinarono per vendetta; il corpo finì oltraggiato dalla folla.


Rami di palma















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